Teatro

Premio Girulà, il meglio del Teatro a Napoli

Premio Girulà, il meglio del Teatro a Napoli

Una splendida festa per il teatro napoletano, ecco dopo quindici anni di impegno ed intenso lavoro come ci appare oggi il Premio Girulà, una festa in cui la migliore espressione dell’arte scenica che cresce e si infiora all’ombra del Vesuvio ha l’opportunità di verificare e testare l’alta qualità della civiltà teatrale campana, dunque non un’occasione di fasti effimeri e sterili di senso quanto piuttosto un momento di stimolante e necessaria dialettica intellettuale il cui vero obiettivo, a prescindere dalla mera assegnazione dei premi destinati alle diverse categorie, è la volontà di creare una sorta di osservatorio locale fervido e credibile che si proponga anche quale volano di accelerazione per le realtà più interessanti del nostro complesso territorio. D’altronde, che il Premio Girulà Città di Napoli si offra come vera e propria finestra partenopea sul teatro nazionale si evince anche solo osservando la suggestiva scultura di bronzo, alta all’incirca 40 cm, realizzata dall’eclettico artista napoletano Oreste Zevola, scultura che viene consegnata ai vari premiati nel corso della serata, infatti nella sezione mediana della preziosissima statua, insomma all’altezza dell’addome anatomico della figura stilizzata, quasi fosse allusione al misterioso e controverso ventre della nostra città, grembo materno ed intestino che divora, si spalanca una finestra e appare un viso o, meglio, una maschera, luogo di incontro e catalizzazione dell’arte che la vita rappresenta e della vita che si invera in arte. Così, nella splendida cornice del teatro Mercadante di Napoli, martedì 6 ottobre, Francesca Rondinella, creatrice con il padre Giacomo e la sorella Amelia del Premio ed oggi responsabile della Direzione Artistica, insieme a Mimmo Liguoro, noto giornalista e prestigioso Presidente di Giuria, hanno presentato la quindicesima edizione del Premio Girulà, iniziando il consuetudinario rito delle premiazioni da una nuova ma interessantissima sezione del Premio, cioè quella destinata alla letteratura made in Naples, sezione che ha premiato “Napoli per le strade”, una raccolta di racconti pubblicata da Azimut e coordinata dallo scrittore Massimiliano Palmese, autore di romanzi di successo come “L’amante proibita” e “Pop Life”. Successivamente, sono stati premiati Elisabetta Ventura come Migliore Attrice Giovane per “Il Paese degli Idioti” di Tato Russo, e Ivano Schiavi come Migliore Attore Giovane per “Cuore Nero” di Fortunato Calvino.Il premio per queste due categorie è intitolato alla memoria di Franco Carmelo Greco. Si è passati, poi, a premiare categorie più stringentemente tecniche, espressioni di professionalità insostituibili per il mondo dell’arte, quelle professionalità che, forse, più delle altre hanno sofferto e soffrono i difficili momenti di crisi che sono infausta contingenza dell’ultimo decennio e, dunque, il Premio come migliore scenografia è andato a Daniele Spisa, per le originali dinamiche prospettiche ideate per “Lina, quella che fa brutti sogni” di Massimo Salvianti, il Premio Migliori Costumi è andato a Daniela Ciancio per “Don Giovanni ritorna dalla guerra” di Odon Von Horvàrth, per la spettacolare definizione delle sue soluzioni estetiche, il Premio Tecnico è andato Nicola Console e Alice Mangano per “La Caccia”, messinscena ispirata alle “Baccanti” di Euripide impreziosita da un ricchissimo ed efficace bordone virtuale, e il Premio Musiche Originali è stato riconosciuto ai Fratelli Mancuso, performers straordinari che nella “Cantata per la festa dei bambini morti di mafia” di Luciano Violante, sintetizzano con incredibile perizia tecnica un particolarissimo uso della voce con l’utilizzazione di strumenti rari o tradizionali. Poi, è stata la volta dei Premi attribuiti ai progetti drammaturgici che si sono distinti per qualche evidente peculiarità e, allora, Mimmo Liguoro e Francesca Rondinella hanno chiamato sul palco Rosalba di Girolamo per “Trattamento di fine rapporto”, opera che, trattando una tematica così tristemente attuale quale quella delle “morti bianche”, si è meritata il Premio Migliore Progetto di Teatro per Ragazzi e con i Ragazzi, poi è stata la volta di Massimo Maraviglia, autore e attore di teatro che, dopo una lunga pausa d’inattività, è tornato a far parlare di sé con “Puccetto e Olopierno”, operazione di grande fascino estetico ed intellettuale con cui ha inteso affrontare, mercé l’espediente affabulatorio della fiaba per frammenti, la quotidiana e distratta incombenza del male nelle nostre misere esistenze. Hanno, poi, ritirato il Premio Girulà per la Drammaturgia dello Spettacolo Mimmo Borrelli e Davide Iodice, rispettivamente autore e regista dell’applauditissimo dramma “’A sciaveca”, la cui tessitura drammaturgica è fitta proprio come una rete a strascico capace di trattenere guizzi di mare/vita e densità grumose di melma/morte. A questo punto della serata è salita sul palco del Teatro Mercadante un’attrice-simbolo della scena napoletana, una vera e propria icona della drammaturgia partenopea sia di tradizione che sperimentale, cioè Isa Danieli che, dopo aver cortesemente chiesto a Mimmo Liguoro di allontanarsi dal palco, ha dato il via ad una premiazione tutta al femminile, consegnando il Premio Migliori Attrici Non Protagoniste ad un nutrito gruppo di interpreti del “Don Giovanni ritorna dalla guerra” di Odon Von Horvàrth, tutte particolarmente abili nel riuscire a dar voce all’unicità ed alla vitalità dell’universo femminile ed alle sue molteplici ed imprevedibili risorse; a loro volta, però, il gruppo di attrici ha deciso di dedicare il Premio al regista dello spettacolo, presente in sala, Carlo Cerciello, indiscussa personalità del teatro italiano, che ha colto l’occasione per ricordare al pubblico come certe manifestazioni, come il Premio Girulà, restino sempre più iniziative affidate all’abnegazione dei singoli e distanti dagli interessi di un sistema politico culturale indifferente, se non addirittura ostile, alla valorizzazione della qualità artistica. Il Premio destinato al Miglior Attore non protagonista è stato, quindi, assegnato a Giovanni Esposito, esilarante e vivace attore di “’A causa mia”, produzione apprezzatissima durante il Napoli Teatro Festival Italia 2009, mentre il prestigioso riconoscimento per Migliore Attore Protagonista è stato attribuito al versatile e geniale artista Roberto Azzurro (nella foto), da anni mattatore indiscusso delle operazioni teatrali più accattivanti ed intelligenti dell’intera stagione che, protagonista di un darmma brechtiano vieppiù attuale quale “Terrore e miseria del Terzo Reich”, ci ha regalato un’interpretazione semplicemente epocale, profondamente suggestiva e senza dubbio insuperabile del dittatore nazista. Come Migliore Attrice Protagonista della stagione 2008/09 è stata premiata Fulvia Carotenuto, interprete di un ruolo drammatico ed estremamente delicato quale quello di una donna che vive la realtà alienante e parossistica dell’ospedale psichiatrico, un personaggio universale e moderno al tempo stesso nella sua disperazione cosmica che si spinge ben oltre qualsiasi transitorietà dell’hic et nunc. Ultimi riconoscimenti sono quello tributato ad Antonio Calenda come Migliore Regista per aver diretto, con la consueta raffinatezza e l’evidente eleganza stilistica, “Lilllipupa” di Nicola Fano e quello riconosciuto al Miglior Spettacolo Ospite, tra quelli non di cultura napoleatna, consegnato alla bravissima Margherita Di Rauso, attrice coprotagonista di Mariangela Melato nella messinscena brechtiana “L’Anima buona del Se Zuan”, firmata da Elio de Capitani e Ferdinando Bruni. Infine, bisogna ricordare che nel corso della magnifica serata due interventi hanno reso ancora più alto il livello artistico della manifestazione, il primo è stato un’intensa ed emozionante performance dedicata da Amelia Rondinella, grande interprete della canzone di tradizione e non solo, all’opera di Bertold Brecht e Kurt Weil, l’altro è stato il commosso e sentito ricordo di Franco Nico, poeta, muicista, attore ed operatore teatrale, creatore nel 1972 con la moglie Pina Cipriani del Teatro Sancarluccio, improvvisamente scomparso l’autunno scorso in un tragico incidente.